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Che cosa hanno in commune Arvo Pärt, Bjork, Massive attack e T.A. de Hartmann/ G. I. Gurdjieff, compositori di brani come “Chant from a Holy book”, “Assyrian Women Mourners”, “Armenian Song”, “Afghan Melody”? «Assonanza evocativa, sacrale austerità», raccontano Lamberto Curtoni e Carlo Guaitoli, che ci parlano di toni caldi e mondi onirici, ritualità e pura percezione come fondamenta di cattedrali scure, a tratti inquietanti perché viscerali eppure apparentemente ignote, espressione di una realtà storica che tocca in egual modo le grandi città decadenti di fine anni Novanta e luoghi lontani, ricchi di suggestioni ieratiche e al contempo esoteriche. Un affresco, “Sacral poetry”, che ci riporta al ruolo fondamentale e iniziatico della musica, strumento di percezione interiore, di conoscenza e contatto con il senso profondo delle cose. A tracciare la strada di questo percorso tra esperienze musicali compiute dall’inizio del ‘900 ad oggi, con un approccio tematico “sacrale” quanto “poetico”, il pianoforte di Carlo Guaitoli e il violoncello di Lamberto Curtoni, del quale sentiremo anche una “Sonata” con temi di derivazione popolare e contemporanea in linea con le altre esperienze sonore, come anello di congiunzione fra tradizione e quella modernità che non può non affondare le sue radici in un passato indelebile e determinante.

Lamberto Curtoni violoncello

Carlo Guaitoli pianoforte

musiche di Pärt, Gurdjieff , de Hartmann, Bjork, Massive Attack, Curtoni